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Il report di Elena e Giulia!

Per noi Febbre da Cavallo è un’emozione immensa, che ci impegniamo a riproporvi ogni anno, ma cosa vuol dire per chi partecipa e magari anche per la sua prima esperienza di dry tooling? La parola a Elena e Giulia!

Giornata 1 

Quest’anno l’evento, suddiviso in due giornate, si apre con la presentazione del libro autobiografico “la linea invisibile” e dei filmati di Maurizio Oviglia, autore e climber, ospite per la prima volta di Orizzonti Verticali.
La sala comunale di San Massimo è gremita, si respira grande entusiasmo e molte sono le aspettative per la videoproiezione. Tre brevi documentari girati in Sardegna ci tengono per qualche ora vincolati allo schermo e un po’ col fiato sospeso. Scorrono immagini bellissime di roccia, mare, natura incontaminata ed è impossibile non desiderare di visitare quei luoghi in futuro, magari proprio arrampicando su quelle stesse pareti.
Scopriamo, infatti, bellissime vie d’arrampicata nel primo filmato “Blu Trad” ambientato a Capo Pecora, ci incuriosiamo e scappa qualche sorriso divertito guardando il secondo video “Scalate di altri tempi”, infine, durante “Altri cieli Ulassai” facciamo anche un breve salto nel tempo per conoscere qualche curiosità del piccolo paese e della sua montagna.
Ci colpisce la passione di Oviglia, che trasmette già solo con poche parole, un vero e proprio amore non solo per l’arrampicata, ma anche per l’ambiente naturale in cui si immerge e per le persone che incontra sulla sua strada. Davanti a noi non solo un climber, un chiodatore di vie, ma prima ancora un uomo che crede nell’essenza stessa dell’arrampicata, difendendo in particolare il suo aspetto pericoloso, che la rende per ciò stesso disciplina affascinante e avventurosa. Impossibile non rimanerne affascinati; questa sua passione ci conquista e un po’ ci contagia.
L’ incontro ha dunque ben superato le nostre aspettative: da un lato, il primo ospite di Orizzonti Verticali ha regalato grandi emozioni; dall’altro, lo staff di Orizzonti Verticali ha messo in campo grandi energie ed organizzazione e, forse senza accorgersene, ha regalato ai partecipanti un grande esempio pratico del motto “l’unione fa la forza”.
La videoproiezione si è così conclusa, dopo autografi e scatti di foto, ci aspetta la cena organizzata alla Birreria con cucina Ciapin, immancabile momento conviviale con gli associati OV.
Giornata 2
Il secondo giorno ci attende la prova di dry tooling che da tanto aspettavamo. Per chi ha scoperto da poco l’arrampicata questa tecnica sa di strano, di difficile, di pericoloso. Ma la curiosità è tanta, bisogna provare.
La giornata ricomincia dal Ciapin: colazione, ultima sistemazione all’attrezzatura e tutti in macchina in direzione Campitello Matese. Partendo dal pianoro con zaini in spalla e scarponi ai piedi, siamo pronti a raggiungere la parte del gruppo OV che di buon mattino è salita per attrezzare le tante vie che ormai aspettano solo noi per essere scalate. L’avvicinamento è in salita, il percorso un po’ impegnativo per chi è alle prime esperienze in montagna e la fatica si fa ben presto sentire. La neve caduta il giorno prima appesantisce il passo, ma grazie ai consigli ed alle direttive fornite dagli organizzatori e dalla guida alpina Riccardo Quaranta, raggiungiamo la meta.
Davanti a noi la parete rocciosa di Febbre da Cavallo con una leggera spolverata di neve, niente vento e uno splendido sole che illumina le montagne intorno a noi. Ci chiediamo subito come possa un luogo così piccolo e racchiuso offrire tante possibilità ed emozioni, ma non è necessario attendere molto per capirlo. Un breve discorso di R. Quaranta dà le nozioni base per chi, come noi, è alla prima esperienza con piccozze e ramponi. Abbiamo bisogno di prendere confidenza con la tenuta dei ramponi e capire come maneggiare le piccozze. Gli assicuratori ci tengono ben stretti così da farci sentire sicuri e nelle condizioni ottimali per provare. Provare prima di tutto a credere nelle nostre capacità.
Iniziamo a scalare e… inizia la magia! Scorre dentro di noi adrenalina che fa dimenticare la paura di non riuscire e ci spinge a proseguire fino alla sosta, a gioire per ogni passo fatto. Durante le scalate si alzano voci che incitano a non mollare nei passaggi che sembrano più difficili, qualche consiglio sui movimenti e tanta pazienza. Alla fine della prima scalata, coi piedi di nuovo a terra si guarda in alto, verso la sosta raggiunta ed è indescrivibile la soddisfazione. E nonostante ci siano scalatori più esperti di noi, con performance migliori, ci fanno sentire parte del gruppo qualunque sia il nostro livello.
Il tempo, tra scalate e divertimento, corre veloce e arriva il momento della mini gara prevista dal programma. La stanchezza è tanta e il freddo inizia a diventare un ostacolo per chi è poco abituato. Ma si dice che il bello del gioco è partecipare, ed è bello vedere anche come ognuno dei partecipanti sfida i propri limiti e cerca di dare il meglio di sé.
La giornata termina con soddisfazione di tutti. Il gruppo si allontana dalla parete in direzione Ciapin per la premiazione della gara, che sarà nuova occasione per avvertire quel calore umano di persone che dopo la fatica si concedono insieme un brindisi. Volgiamo lo sguardo a Febbre da Cavallo per l’ultima volta, le emozioni sono tante: lo staff di Orizzonti Verticali ci ha fornito tutti gli strumenti, non solo materiali, per riuscire bene in questa nuova esperienza. Ogni partecipante poi, ci ha messo del proprio, aiutando gli altri all’occorrenza, scambiando qua e là qualche battuta o semplicemente mostrando un sorriso.
Maurizio Oviglia, le pareti del Matese, lo staff di Orizzonti Verticali ed anche gli associati Ov, hanno fatto sì che questo evento ci sia rimasto nel cuore. Ne è prova il sorriso che sorge spontaneo sulle labbra di chi scrive, rivivendo nella mente queste due giornate.
A noi non resta che ringraziarvi tutti e aspettare il prossimo anno!
Elena e Giulia